“Abulomania”, “Decidofobia”, questi termini indicano il disturbo caratterizzato da una paralizzante indecisione. Una vera e propria “paralisi della volontà” associata ad ansia, stress e nei casi più gravi persino a depressione che influenza gravemente la capacità di un individuo di funzionare nella società.
E’ frequente che l’abulomania sia un risultato diretto dell’eccesso di coinvolgimento e del comportamento intrusivo da parte delle figure primarie di accudimento nei primi anni di sviluppo della personalità di questi pazienti. Questo stile di relazione promuove una sorta di dipendenza nel bambino che soddisferà le esigenti richieste del genitore. La lealtà è premiata, ma ogni tentativo che il bambino fa verso l’indipendenza è punito. Gli individui con questo disturbo imparano dai loro genitori, che spesso non riescono a esprimere emozioni e sono estremamente controllanti, ad avere un ruolo scarsamente definito all’interno del sistema familiare.
L’umiliazione sociale è un altro fattore importante nello sviluppo dell’ abulomania durante gli anni dello sviluppo. Questi pazienti hanno quindi dei dubbi sulla loro capacità di svolgere compiti, assumere nuove responsabilità e funzionare indipendentemente dagli altri, il che rafforza i loro sospetti di non essere in grado di vivere senza l’aiuto di altri. Presentano quindi sentimenti di impotenza che costringono altre persone nella loro vita a svolgere una sorta di ruolo di caregiver.
I sintomi possono includere:
- Evitare di passare il tempo da soli
- Evitare la responsabilità personale
- Divenire facilmente ferito da critiche o disapprovazioni
- Diventare eccessivamente concentrati sulla paura di essere abbandonati
- Diventare passivi nelle relazioni
- Sentirsi molto turbato o impotente quando le relazioni finiscono
- Non riuscire a prendere decisioni senza il supporto degli altri
- Avere problemi a esprimere disaccordi con gli altri
La psicoterapia, in particolare ad orientamento sistemico-relazionale, è la principale forma di trattamento, con l’obiettivo di aiutare l’individuo a diventare più attivo e indipendente e imparare a sviluppare relazioni sane. Una terapia a breve termine è preferibile, poiché la terapia a lungo termine può portare a una sorta di dipendenza dal terapeuta. L’allenamento di assertività aiuterà l’individuo a sviluppare la fiducia in sè stesso, a definire i propri bisogni e i propri desideri e ad esprimerli agli altri senza paure.