Cos’è la psicoterapia?
La psicoterapia è una modalità di trattamento in cui lo psicoterapeuta e il/i paziente/i lavorano insieme per cambiare una situazione di sofferenza psicologica. E’ un processo interpersonale ideato per provocare cambiamenti nelle emozioni, pensieri, atteggiamenti, comportamenti e relazioni che arrecano disagio alla persona che ha chiesto aiuto.
All’interno di questa definizione generale di psicoterapia è possibile trovare diversi tipi di intervento psicoterapeutico. Essi si distinguono per il setting terapeutico utilizzato e per l’orientamento teorico che ne è alla base.
Per quanto riguarda il setting terapeutico possiamo distinguere:
1) PSICOTERAPIA INDIVIDUALE: il paziente ed il terapeuta si trovano a tu per tu, quasi sempre di fronte (tranne che nella psicoanalisi freudiana tradizionale, in cui il terapeuta si colloca dietro al lettino su cui sta sdraiato il paziente), su due poltrone o attorno a una scrivania.
2) PSICOTERAPIA DI GRUPPO: i terapeuti sono generalmente due ed i pazienti possono essere seduti in cerchio, oppure muoversi in spazi più o meno strutturati, per eseguire esercizi di diverso genere (psicodramma, bioenergetica, danzaterapia, ecc.).
3) PSICOTERAPIA DI COPPIA: è condotta da un terapeuta o da una coppia di terapeuti e la coppia è seduta di fronte a loro. in alcune situazioni può essere utile la partecipazione ad alcuni incontri delle famiglie di origine dei coniugi/conviventi.
4) PSICOTERAPIA FAMILIARE: viene condotta da un terapeuta o da un’equipe terapeutica e può coinvolgere, a seconda delle situazioni, il singolo nucleo familiare, le famiglie di origine (i nonni materni o paterni, zii cugini ecc.), amici e persone ritenute significative per i membri della famiglia stessa.
Quanti tipi di psicoterapia ci sono? Quali sono le differenze?
Le scuole di psicoterapia sono numerose. A partire dalla scuola psicanalitica Freudiana che poi “generò” la scuola Jungiana, Adleriana e Lacaniana fino ad i giorni nostri in cui il panorama è molto vario. Le maggiori scuole si differenziano tra loro sulla base dell’orientamento teorico di partenza. All’interno poi di un certo orientamento le diverse scuole possono differenziarsi per le tecniche ed i metodi terapeutici messi a punto dai diversi direttori.
a)PSICOTERAPIA SISTEMICO-RELAZIONALE: pone al centro della sua attenzione la persona all’interno dei contesti relazionali di cui fa parte. In questo modo, il comportamento “diverso”o la sofferenza avvertita assume uno specifico significato in base al contesto relazionale in cui si verifica. Il “sintomo” è letto come un segnale di disagio che nasce all’interno di un contesto relazionale in quel momento non corrispondente alle esigenze evolutive della persona o della famiglia. I bisogni umani vengono soddisfatti all’interno di relazioni. Se queste relazioni, per diversi motivi, non riescono a soddisfare i bisogni propri di una persona in quella specifica fase evolutiva, si può creare un blocco che crea disagio e sofferenza all’individuo. I sintomi di un individuo sono quindi un segnale di un adattamento non riuscito rispetto alle richieste di cambiamento provenienti dall’ambiente o necessarie per affrontare una specifica fase evolutiva. L’obiettivo centrale della terapia è quindi la crescita degli individui, un incremento della differenziazione del Sé rispetto agli altri.
b)PSICOTERAPIA COGNITIVO-COMPORTAMENTALE: Il sintomo è l’espressione di un precedente apprendimento di schemi comportamentali, emotivi e di pensiero errati o disadattivi, derivanti da peculiari esperienze di vita del paziente, eventualmente mantenuti da un contesto interpersonale patogeno nel presente. La psicoterapia si svolge con l’utilizzo di tecniche di condizionamento o decondizionamento, al fine di modificare in modo diretto le risposte emozionali e gli schemi che si sono rivelati disadattivi, o sostituirli con nuovi schemi più funzionali, tramite esperienze (es. esposizione a stimoli prima evitati) e/o comportamenti di tipo nuovo (prescrizioni comportamentali).
c)PSICOTERAPIA PSICODINAMICA: la psicoterapia psicoanalitica prevede una stretta relazione tra psicoterapeuta e paziente, grazie alla quale vengono esplorati i conflitti psicologici responsabili dei sintomi. Lo psicoterapeuta assiste il paziente nella rielaborazione dei conflitti interiori, permettendo una miglior gestione degli effetti provocati da questi. La terapia ad orientamento dinamico (in particolare se psicoanalitica) richiede un periodo medio-lungo per potersi sviluppare in maniera adeguata (anche alcuni anni, con incontri regolari due o tre volte alla settimana; in alcuni casi si possono diradare o rendere più frequenti le sedute).
Richederebbe molto tempo dedicare un certo approfondimento per tutte le scuole esistenti. Mi limito a citarne alcune tra le più note: la psicoterapia strategica; l’analisi transazionale; la psicoterapia comparata; la scuola rogersiana.